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La foglia


da WIKI ISG, l'enciclopedia libera dell'Istituto San Giuseppe


Se osserviamo una pianta, nella maggior parte dei casi il nostro sguardo viene attratto dal suo fogliame.

Tranne rari casi (pensiamo al cactus per esempio), le piante sono dotate di foglie che sono suoi organi indispensabili. Le foglie sono delle lamine verdi poste sul fusto della pianta in modo che possano catturare la luce solare al meglio, possibilmente senza farsi ombra l’una con l’altra.
Attraverso la foglia avvengono i processi di:




Le parti fondamentali della struttura della foglia sono:




L’anatomia della foglia:
Osservata al microscopio, è possibile notare che la foglia è un organo della pianta dalla struttura ordinata e organizzata.

Foglie dalla struttura particolare

La pianta ha adattato la propria struttura a seconda delle proprie necessità, di conseguenza anche la struttura fogliare subisce condizionamenti. Il faggio, ad esempio, ha una chioma con foglie di luce esterne più esposte ai raggi del sole e al vento con conseguente facilità al disseccamento; per contrastare questa tendenza le foglie esterne presentano un ispessimento dell’epidermide mentre le foglie d’ombra sottostanti che sono protette dall’azione degli agenti atmosferici, sono flaccide, chiare e più espanse.
Necessariamente la pianta deve adattarsi anche all’habitat in cui si trovava.

Pianta Carnivora

Caducifoglie e sempreverdi

D’inverno, con la diminuzione delle temperature esterne, la pianta assorbe meno acqua di conseguenza le foglie non devono più traspirare per non perdere quella poca acqua assorbita dalle radici e dunque cadono. Inoltre in inverno, la luce solare diminuisce, la pianta “richiama” i granuli di clorofilla, spostandoli ai rami e al tronco, per mantenere la sua sopravvivenza e non sprecare le poche risorse.

Le foglie perdono il colore verde, compaiono gli altri pigmenti della foglia (rosso, arancione, giallo) fin quando si seccano e cadono alla base del piccolo. La cicatrice derivata dalla caduta della foglia viene coperta con del sughero affinchè non entrino batteri e funghi.

Spesso le foglie vengono aiutate a staccarsi dalla pianta dell’azione degli agenti atmosferici come la pioggia, il vento, la neve.



La caduta delle foglie è caratteristica degli alberi a foglia larga (latifoglie) mentre è un fenomeno raro per le conifere sempreverdi. Quest’ultime si sono adattate al clima, per la conservazione riducono la traspirazione, conservando le foglie durante tutte le quattro stagioni dell’anno.

Nel caso delle conifere la foglia riduce i tessuti al minimo spessore, assicurando una discreta fotosintesi clorofilliana ma con una superficie talmente ridotta che è difficile che i fiocchi di neve riescano ad appoggiarsi. Anche i vasi linfatici contribuiscono alla conservazione della pianta: i vasi linfatici sono ispessiti per evitare che i liquidi all’interno si ghiaccino. Il loro punto di congelamento è inferiore agli alberi caducifoglia.

Le piante sempreverdi sono generalmente legnose, alberi, arbusti o cespugli. Sono diffuse nelle zone a clima tropicale o a clima freddo laddove questo non metta in pericolo di vita la pianta. Molte specie della macchia mediterranea sono sempreverdi.

La pianta che mantiene le foglie avrà il vantaggio di ottimizzare le energie, non dovendo rimettere il fogliame in primavera e non “spreca” energia. Le foglie vengono rinnovate a fine ciclo (ogni 3-6 anni a seconda della specie).

Lo svantaggio di un sempreverde è il rischio di rottura dei rami sotto il peso della neve ma anche la mortalità della pianta nel caso di geli intensi e prolungati nel tempo.

Molte piante sempreverdi tollerano perfino il gelo grazie alla cutina, una sostanza cerosa che favorisce lo scivolamento dell’acqua dalla lamina, isolando allo stesso tempo l’interno.

Alcune specie di piante si comportano diversamente a seconda se vivono in ambienti caldi o freddi.

Alcuni esempi:

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